intelligenza artificiale e giornalismo

Intelligenza artificiale e giornalismo: strumenti, opportunità e sfide per il futuro dell’informazione

Da un report dell’Ordine dei giornalisti e dell’Università LUMSA emerge un rapporto ancora da costruire tra IA e giornalismo; sfruttandola al meglio, l’IA potrà diventare un’alleata dei reporter

Il rapporto tra i giornalisti italiani e strumenti di intelligenza artificiale è ancora molto precario. Prevale sopra ogni cosa la diffidenza: lo rivela una ricerca di febbraio 2025 realizzata dall’Ordine nazionale dei giornalisti in collaborazione con l’Università LUMSA. È evidente che l’integrazione  nell’ambito giornalistico dell’AI è più delicata rispetto all’utilizzo di strumenti come ChatGPT nei settori della comunicazione e del marketing: il giornalismo svolge un ruolo fondamentale nella formazione dell’opinione pubblica che deve necessariamente essere portato avanti da professionisti (umani) specializzati. Tuttavia, il timore che l’AI possa prendere il sopravvento spesso impedisce ai giornalisti di intravedere le potenzialità di questi strumenti in alcune attività collaterali alla pura attività giornalistica, che semplicemente potrebbero rivelarsi molto utili a velocizzare e rendere più efficace il flusso di lavoro, agevolando anche l’accesso non sempre facile e felice del giornalismo nel mondo digitale.

Un problema di conoscenza e formazione

L’ostacolo principale all’accesso agli strumenti di AI è la mancanza di conoscenza di questi stessi strumenti, da cui deriva anche una comprensibile diffidenza: un intervistato su quattro dichiara di non possedere alcuna conoscenza degli strumenti basati sull’AI utilizzati per generare testi, immagini, suoni, video o verificare informazioni. Leggermente migliore l’utilizzo dell’AI per la traduzione dei testi, funzione che non rappresenta però l’elemento di svolta di questi strumenti (esistevano già prima dell’avvento dell’AI ottimi traduttori gratuiti online).  Anche la frequenza di utilizzo di strumenti di AI nel lavoro quotidiano risulta essere molto bassa. La generazione di immagini è la seconda tecnologia di IA più usata, dopo la traduzione di testi, ma solo il 12,4%  degli intervistati la usa spesso o sempre mentre circa il 71% non la usa o la usa solo raramente. Oltre i ¾ degli intervistati non utilizza strumenti per social, video, suoni e fact-checking.

Opportunità dell’IA nel giornalismo

Ma cosa potrebbe fare l’intelligenza artificiale per il giornalismo?  Certamente non scrivere le notizie al posto dei giornalisti, né realizzare interviste e meno ancora inchieste e servizi sul campo.

  • L’IA può però velocizzare il lavoro giornalistico automatizzando attività ripetitive come la trascrizione, l’analisi dei dati e la sintesi di informazioni. Ad esempio, SummarizeBot o SMMRY creano riassunti automatici di articoli e documenti, mentre GPT-4, Jasper, Copy.ai forniscono assistenza nella scrittura di testi, titoli e descrizioni per articoli o post sui social.
  • Oltre a questo primo step, ancora più interessante è l’analisi dei dati avanzata: strumenti di IA possono individuare trend e modelli complessi nei big data, supportando (non sostituendo) il giornalismo investigativo. Software come Datawrapper, Flourish e Tableau creano visualizzazioni grafiche per supportare la narrazione dei dati, mentre AI-powered tools di Palantir e Quid analizzano enormi volumi di dati per scoprire tendenze e connessioni nascoste.
  • Ancora, pensando al digital, l’IA consente di adattare le notizie ai lettori, migliorando l’engagement attraverso algoritmi specifici.
  • Infine, l’IA può supportare i giornalisti nel fact-checking, individuando notizie false e verificando fonti e immagini. Google Fact Check Tools, Snopes, PolitiFact controllano la veridicità delle affermazioni pubbliche, InVID-WeVerify analizza immagini e video per scoprire manipolazioni digitali, ClaimBuster identifica affermazioni verificabili nei discorsi politici e li segnala per il fact-checking.

Rischi, etica e regolamentazioni

Il report sottolinea la necessità di un quadro normativo chiaro che regoli l’uso dell’intelligenza artificiale nel giornalismo, evidenziando l’importanza della trasparenza nelle tecnologie impiegate e della supervisione umana per garantire l’affidabilità delle notizie. Le variabili in gioco sono tante, e con l’avvento dell’IA si apre in sostanza un nuovo filone deontologico ancora tutto da costruire, anche per salvaguardare il ruolo dei giornalisti. Da una parte, quindi, è fondamentale dotare i professionisti di competenze sull’IA per utilizzarla in modo efficace. Dall’altra, le redazioni dovrebbero adottare linee guida e principi etici per l’uso dell’IA, garantendo così un’informazione corretta e verificata e il riconoscimento della professionalità dei giornalisti.