Carta addio: il giornalismo del futuro sarà solo in digitale?

Il passaggio dalla carta al digitale sembra ormai inevitabile, ma non è indolore. Una parte dei lettori rischia di essere lasciata indietro, e sono complesse le implicazioni anche per la qualità della fruizione delle notizie sul web

Molte testate giornalistiche stanno tagliando vistosamente la tiratura cartacea. Alcune l’hanno completamente eliminata in favore della versione digitale del giornale. Non a caso anche in Italia la maggior parte dei contenuti pubblicati sui siti web delle principali testate, fino a poco tempo fa liberamente accessibili, ora sono riservate agli abbonati. E intanto le redazioni si restringono, i budget calano, le edizioni cartacee escono una volta alla settimana, composte da poche pagine. C’è poi un altro problema: il passaggio dalla carta al digitale non è fluido come si potrebbe immaginare. Alcuni lettori verranno semplicemente persi. Si tratta di capire quanti, e quali soluzioni mettere in atto per salvare un settore in costante declino.

Una strategia per i giornali locali: iPad in regalo, formazione inclusa

Il Washington Post racconta la storia esemplare dell’Arkansas Democrat-Gazette, un giornale locale che nel 2018 ha dovuto decidere cosa fare per fronteggiare le ingenti perdite. L’editore, Walter Hussman, ha scelto di eliminare completamente la versione cartacea per risparmiare sui costi di stampa e consegna. Ma non solo. Invece di limitarsi a invitare i lettori a informarsi sul sito web della testata, ha regalato ad ogni singolo abbonato un iPad. Poi ha inviato porta a porta personale formato per spiegare ai lettori come usare i nuovi dispositivi e imparare a leggere la versione digitale del giornale.

Sulla scia dell’Arkansas Democrat-Gazette, altri giornali locali di proprietà dello stesso editore hanno intrapreso la stessa strada. Il Chattanooga Times Free Press ha iniziato a distribuire iPad agli abbonati a settembre offrendo tutorial personali nei centri ricreativi della comunità, nelle sale conferenze degli hotel e all’interno della redazione stessa, in previsione della chiusura dell’edizione cartacea quotidiana, prevista per il prossimo anno. Ogni abbonato manterrà il proprio iPad fintanto che continuerà a pagare la sua quota di abbonamento mensile.

Dalla carta al digitale: cosa cambia per i lettori

Quella di Walter Hussman è una strategia insolita e costosa, che probabilmente poche testate saranno in grado di replicare, ma che mette chiaramente in luce la necessità di accompagnare i lettori in questa transizione. Appartenendo essi, per la maggior parte, a una fascia demografica che necessita di un supporto in ambito tecnologico. Per i lettori abituati a leggere le notizie su carta, il passaggio al digitale comporta grandi cambiamenti: si tratta non soltanto di prendere in mano un dispositivo elettronico, ma anche di navigare in un formato dinamico, a scorrimento, che si aggiorna frequentemente.

Per attutire questo salto, Hussman ha cercato di realizzare un formato digitale che si avvicini molto al layout tradizionale di una pagina stampata, pur includendo funzionalità aggiuntive come i video o la possibilità di ingrandire i caratteri. Molti lettori hanno detto di aver riscontrato qualche difficoltà inziale, ma di essere riusciti ad adattarsi al nuovo strumento senza troppi intoppi. Uno studio del 2020 del Medill Spiegel Research Center ha mostrato che dall’inizio della transizione all’iPad, solo l’1% degli abbonati all’Arkansas Democrat-Gazette annulla mensilmente i propri abbonamenti. Questo – va precisato – dopo una perdita iniziale pari al 25% dei lettori che con il passaggio al digitale ha rinunciato a rinnovare l’abbonamento.

The Independent e il lettore digitale “distratto”

Una ricerca di Neil Thurman e Richard Fletcher, ripresa da NiemenLab, esamina un altro caso interessante: quello dell’Independent, il quotidiano nazionale britannico che, dopo 30 anni di stampa, dal 2016 esce solo online. Il numero totale di lettori del giornale è rimasto sostanzialmente invariato: lettori cartacei persi e lettori digitali guadagnati si annullano a vicenda. I due ricercatori analizzano però un altro aspetto: la qualità della lettura e il tempo dedicato all’effettiva lettura delle notizie.

La fruizione online sembra infatti portare con sé un’inevitabile distrazione: la maggior parte delle persone tende a “perdersi” tra la miriade di contenuti che il web offre, riservando un’attenzione marginale al giornale online. Thurman e Fletcher calcolano che, nei 12 mesi prima e dopo l’interruzione della stampa, il tempo totale trascorso a leggere The Independent è sceso da 5,548 miliardi di minuti a 1,056 miliardi di minuti. Questo aspetto forse interesserà meno gli editori, ma a livello di efficacia, le persone, pur avendo disposizione una enorme quantità di informazioni, potrebbero essere paradossalmente meno informate.