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Clubhouse: un nuovo spazio per editori e giornalisti?

Clubhouse è un social network basato sulla voce e sul dialogo: stanze tematiche ospitano discussioni in diretta. Un terreno ideale per editori e giornalisti, che stanno sperimentando nuove modalità per incontrare e conquistare gli utenti

Clubhouse, il nuovo social network basato sulla voce e sulla discussione tematica in diretta, ha attirato l’attenzione di giornalisti ed editori, all’estero come in Italia. Anche se, al momento, l’accesso è ancora limitato, potendosi registrare solo su invito. L’idea è che, aprendo “stanze” di conversazione su specifici temi di attualità, sia possibile conquistare un nuovo pubblico di nicchia e fidelizzarlo. In Italia, i primi a sbarcare sulla piattaforma sono stati i professionisti del mondo digital, ma le potenzialità per il futuro sono ampie e variegate.

Il ruolo della voce e della parola

Clubhouse sembra intercettare una tendenza in corso: la centralità della voce e della comunicazione orale. Dai messaggi vocali ai podcast, fino agli assistenti vocali virtuali, diversi segnali sembrano confermarla. Anche per quanto riguarda i libri, l’audio digitale ha permesso di intraprendere con successo nuove strade. E, sempre pensando al settore dell’editoria, Clubhouse si presta molto bene ad ospitare letture pubbliche, presentazioni, incontri con autori. Come una sorta di salotto virtuale letterario, del quale il social riprende la caratteristica dell’istantaneità e dell’irripetibilità, del “qui e ora”. Si parla, si ascolta, di discute, ma non resta alcuna traccia. Lo scopo non è produrre contenuti, ma dialogare.

I primi passi degli editori su Clubhouse

Digiday riporta alcuni casi di editori che hanno già sperimentato una presenza su Clubhouse, con prospettive interessanti. Insider, tra i primi, ha realizzato appuntamenti sui temi della cultura digitale, nell’arco di intere giornate, attirando l’attenzione di centinaia di utenti. La conduttrice e giornalista finanziaria di Yahoo Kristin Myers ha dato vita a una rubrica settimanale con alcuni colleghi universitari, diventando presto una personalità di riferimento sulla piattaforma. Anche Cosmopolitan ha debuttato su Clubhouse, con incontri virtuali tra stilisti, designer e redattori del settore moda, puntando su piccole nicchie con interessi specifici. I numeri dimostrano che chi segue gli eventi diventa quasi sempre un follower del club.

Perché investire tempo e risorse su Clubhouse

Per quanto riguarda l’investimento di tempo e risorse, organizzare appuntamenti su Clubhouse è sicuramente meno dispendioso che produrre contenuti per altre piattaforme o organizzare eventi dal vivo. Certo, al momento la creazione di una rubrica o di un incontro sulla piattaforma non genera un guadagno. Anche se, rivela ancora Digiday, alcuni editori stanno valutando di proporre soluzioni in abbonamento, dopo un primo periodo di prova gratuita. Per quanto riguarda l’advertising, attualmente Clubhouse non lo prevede, ma non è detto che non potranno esserci sviluppi in questa direzione.

Qualcuno sostiene che il boom di questa piattaforma, esplosa durante la pandemia, svanirà quando avremo di nuovo la possibilità di incontrarci e dialogare di persona. Per altri, potrebbe rappresentare invece una svolta nell’utilizzo dei social: al posto di una rapida fruizione a base di commenti e like, Clubhouse propone l’approfondimento e il dialogo. Un terreno ideale per la stampa e l’informazione, che per il momento sembra ottenere riscontri molto positivi anche da parte del pubblico.